Keratocystic Odontogenic Tumour KCOT
Tumore Odontogeno Cheratocistico
KCOT / OKC
Già in altri casi clinici ho parlato di questa terribile cisti dalle caratteristiche altamente aggressive e con rischio di recidiva molto alto.
https://www.dottoramoroso.it/cheratocisti-kcot/
O come in questo altro caso particolarissimo perché bilaterale:
https://www.dottoramoroso.it/cheratocisti-kcot-okc/
Questo caso mostra come sia importantissimo programmare, pianificare e rapidamente agire quando già dalla OPT escono cisti dalla forma particolare.
Sono stato allievo del Prof. PJ Stoelinga (Radboud Hospital, Olanda) ed uno dei più importanti insegnamenti era:
Prof PJ Stoelinga: “Every cyst that is extending into the ascending ramus should be treated as an OKC or unicystic ameloblastoma. Your chances are 80% OKC, 10% UA and 10% ordinary dentigerous cyst.”
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Pre OP.

In buona sostanza, se una lesione si estende nel ramo mandibolare è un pessimo segno ed è FONDAMENTALE l’esame istologico.
La possibilità che sia una “banale” cisti follicolare è circa il 10%. Asportare lesioni così grandi ha sempre dei rischi operatori sul nervo alveolare inferiore e sul nervo linguale ma comunque bisogna affrontare il rischio perché queste lesioni tendono a crescere nel tempo (soprattutto il KCOT).

Rimossa la cisti è FONDAMENTALE l’esame istologico. Tutta la strategia del post-operatorio è legata al risultato dell’anatomopatologo.

L’esame istologico era tumore odontogeno cheratocistico in un paziente di 17aa. Il rischio di recidiva è altissimo (40-60%). E’ fondamentale trattare questo genere di patologie in una struttura ospedaliera con il supporto di un anatomopatologo preparato su istologici cavo orale.
Due dettagli per essere chiarissimo:
-Il rischio di recidiva della KCOT/OKC impone controlli semestrali per almeno 5 anni.
-Non inserisco mai innesti soprattutto perché potrebbero nascondere una recidiva per parecchio tempo.
L’innesto è pericoloso e se si infetta diventa un problema di difficile gestione fino a quando non viene rimosso. Se non ci sono recidive la cavità lasciata dalla cisti diventerà osso in pochi mesi.
Il controllo a 4 mesi dall’intervento:



Come si può vedere, la cavità è già più uniformemente più radiopaca rispetto al pre-operatorio. NON ci sono zone che possano lasciar pensare alla possibilità di una recidiva della cheratocisti. Un esito così positivo fa ben sperare ma comunque bisogna continuare con i controlli perché anche dopo 5 anni la lesione si può ripresentare.
I controlli post operatori sono parte della cura.
Intercettare con prontezza una recidiva è fondamentale. In pochi mesi (quattro) si è riformato tutto osso autologo senza innesti.
Controllo a 18 mesi





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Mai mettere innesti ossei. Nascondono le recidive e non servono. Come si può rivedere l’osso si riforma perfettamente.
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Ecco il link di un caso con una cisti molto estesa. Sei mesi dall’intervento lo spazio lasciato dalla cisti era completamente riempito da nuovo osso autologo senza l’uso di innesti.
Questo intervento è stato eseguito all’Ospedale Cristo Re di Roma, gruppo GIOMI.
Buon lavoro
Pier Francesco Amoroso