Le Forze in ortodonzia

Questo argomento è estremamente complesso. La biologia ossea è alla base del movimento dentale in ortodonzia.

Questa immagine  ha come finalità di proporre qualche spunto di riflessione e condivisone con i colleghi specialisti in ortodonzia. Le pubblicazioni scientifiche su questo argomento sono numerose e ben più esaustive di queste considerazioni.

L’obiettivo è di essere molto pragmatici e realistici.

È il ritorno elastico del  filo .014 NiTi che imprime la forza ai canini inclusi.

In maniera empirica può essere affermato  che una forza leggera continua e costante riesce a muovere i denti a velocità maggiore rispetto a forze eccessive e discontinue. 

Il terzo  principio di Newton vuole che se applichiamo una forza ad un dente (ad esempio un canino incluso) si formerà una forza uguale e contraria che dovrà essere sostenuta da altri denti.   I denti che fanno da ancoraggio dovranno essere di più rispetto al dente che deve effettivamente muoversi.  Una forza leggera produrrà un movimento sul canino e la forza uguale e contraria verrà distribuita su così tanti denti che non produrrà movimenti non desiderati sui denti ancoraggio.

In questo caso specifico il filo è un .014 NiTi (superelastico) nella 3M Uniteck, quindi parliamo di forze veramente impercettibili.   LA COMPRESSIONE DEL FILO E’ APPENA ACCENNATA. 

Intuitivamente si è sempre portato avanti il concetto che tanto maggiore fosse le forza maggiore sarebbe stato il movimento dentale.  Ciò è stato completamente rivisto dalla comunità scientifica. 

E’ vero in contrario.   Più è dolce la forza di trazione e maggiore è l’attività degli osteoblasti ed osteoclasti.  Un movimento dolce non produrrà una vasocostrizione del versante dei compressione del legamento parodontale e quindi rapidamente ci sarà un rimaneggiamento osseo che produce movimento dentale. 

La grande rivoluzione è proprio nel dosare forze leggere.

I benefici sono:

  • Non c’è alcun dolore per il paziente
  • La velocità del movimento è aumentata
  • Non ci sono forze che diano ischemia e quindi ialinizzazione del legamento parodontale
  • I denti inclusi non vanno in anchilosi

Svantaggi:

  • Il filo .14 in NiTi è più delicato di un filo in acciaio


Questi risultati sono raggiungibili anche grazie ad attacchi autoleganti che sono più costosi degli attacchi tradizionali.

Buon lavoro

Pier Francesco  Amoroso

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