Questo filmato ha come finalità di proporre qualche spunto di riflessione e condivisione con i colleghi specialisti in ortodonzia. Le pubblicazioni scientifiche su questo argomento sono numerose e ben più esaustive di queste considerazioni.
E’ il ritorno elastico del filo .014 NiTi che imprime la forza al canino incluso.
Una forza leggera continua e costante muove il canino a velocità maggiore rispetto a forze pesanti e discontinue.
Tanto più il sistema è semplice tanto è più facile immaginare il vettore di forza e l’intensità.
Comprimere il filo con un dito e vedere che senza problemi il filo ritorna al punto di partenza vuol dire che:
- Non ci sono attriti del filo nello slot del 14, 15, 16, 17. Questo è fondamentale. Non è un dettaglio. Il canino si muoverà solo se il filo può scorrere facilmente negli slot dei denti sopraindicati. Gli attacchi autoleganti (in questo caso 3M Unitek) hanno la caratteristica di ridurre drasticamente l’attrito (anche chiamato “frizione”) tra filo e attacchi rispetto agli attacchi tradizionali con legature in gomma.
- Considerato che la forza non è dissipata in attriti allora si useranno forze leggerissime, quindi 0.014 Inches NiTi. Il paziente non avvertirà alcun fastidio perché la trazione sarà appena percepibile.
- Forze leggere = nessun rischio di ialinizzazione e nessun rischio di anchilosi del 13.
- Le Forze uguali e contrarie che si creano (terzo principio della dinamica) saranno così deboli da non dare effetti clinici sui denti in arcata che fanno da ancoraggio. In altre parole le forze leggere permettono al canino di muoversi mentre gli altri denti rimarranno stabili.
- A 5 settimane la deformazione del filo si riduce notevolmente proprio perché il canino si sarà avvicinato. Quindi sarà necessario riattivare il filo accorciando la legatura.
- Non si può esagerare con la compressione del filo perché andremmo incontro al fenomeno del Notching.
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Buon lavoro
Pier Francesco Amoroso